mercoledì 25 agosto 2010

Washing Machine



Sono tornata a Torino con montagne di panni sporchi da lavare.
Sono tornata a Torino.
A casa mia.
Di nuovo il mio letto, i miei mobili, le piantine cresciute sul balcone (ed io che mi tengo a distanza di sicurezza, conscia del mio potere mortifero stile Maga Magò); i rumori del tram di via Monginevro e la luce, la mattina presto, che come al solito mi sveglia.
Vacanze finite? Più o meno. Ancora qualche strascico di un Agosto marittimo che ha avuto tempi e spazi giusti, senza noia o insofferenza, divertente. Giovedì prossimo ultimo weekend di svago, weekend umbro (umbratile?) e familiare, di preludio alla ripresa in Calabria.
Quindi Torino, per ancora 8 giorni, in un tempo che non è vuoto e non è pieno, non è lavorativo e non è di vacanza, non è estivo e non è autunnale. Tempo affollato di pensieri, al solito mio, ai quali tento umilmente di dare una coerenza, nello spazio di un programma d'azione. Oggi questo, domani quello; risolvi qui, fai di là. Tentando di crederci almeno all'80%.
«My disperation, my disperation, my thoughts are killing me».
Ancora una lavatrice, e una, due, tre centrifughe.
Vietato stingere. Vietato soccombere.

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