martedì 31 dicembre 2013

Le ultime cose

[NdB - avevo pensato di scrivere un post di riepilogo sull'anno che sta per finire, condito con una salsa di propositi duemilaquattordiceschi, ma no, è troppo mainstream.
Anche perché, diciamocelo, io il capodanno lo detesto manco troppo cordialmente.
Purtuttavia, mi sembra giusto onorare Babele, che è tornato a nuova vita proprio durante questo 2013, con un ultimo post.
Lo faccio, allora, copincollando un testo che ho scritto esattamente un anno fa, quando fu letto davanti a un pubblico di un centinaio di persone che pensavano di dover ascoltare un concerto per violoncello e pianoforte. Poi c'è stato il concerto, eh, ma intanto si son sorbiti pure questa...
Comunque lo faccio, solo a dimostrazione del fatto che i capodanni alla fine son tutti uguali, almeno nel loro essere 'terra di confine'.
E poi, manco a dirlo, perché sono fottutamente vanitosa]

Lei disse: “Sono la Fine”. Lui disse: “Sono l’Inizio”.
Lei disse: “Ricordo ogni cosa, tutto ciò che è successo. Ho visto le persone passare, le strade consumarsi, i colori cambiare. Ho ascoltato ogni voce e conosciuto tutte le note. Ho le radici più lunghe e resistenti del mondo. Mi riconosco nella stanchezza e nella soddisfazione di un pranzo concluso. Sono piena, piena di cose da raccontare”. Lui disse: “Io non ho memoria. Se guardo indietro, non trovo niente. Io sono l’attesa di ciò che dovrà accadere, la spinta in avanti, il gusto del rischio. Non so parlare, so solo sporgermi e trascinare. Ed è per questo che ti voglio ascoltare”.

Lei disse: “Addio”. Lui disse: “Non ancora”.
Lei disse: “Voglio dimenticare”. Lui rispose: “Invidio i tuoi ricordi. Vorrei avere una storia, un’identità, una sostanza. Vorrei la certezza della strada di casa, e saper indovinare il sapore dei biscotti prima di mangiarli, e riconoscere che giorno è oggi senza bisogno del calendario, solo guardandomi intorno, guardando gli altri. E vorrei avere una canzone preferita”. Lei sorrise e rispose, tendendogli la mano: “Balliamo?”

La Fine e l’Inizio guardarono l’una i confini dell’altro, incastrandosi come pezzi di puzzle. Lei disse: “Il nuovo mi spaventa, ho le vertigini”. Lui disse: “Guida tu, io non conosco i passi”. Lei, coraggiosa, partì. Un piede dopo l’altro, uno spazio prima minimo, poi sempre più ampio; fece apparire l’estate trascorsa, l‘odore enorme del mare, poi il freddo e il buio dei pomeriggi d’autunno, le finestre chiuse degli ultimi mesi dell’anno. Lui, che quasi non esisteva, si incantò estasiato, e prese ad accelerare i movimenti, a volteggiare rapito; le chiese: “Cos’è questa sensazione?”. Lei rispose: “Si chiama nostalgia”.

Lei rise divertita, guardando il suo nuovo compagno musicale. Pensò alle mille parole dette e scritte, a tutti i dettagli raccolti e conservati uno per uno, al suo infinito passato, al suo breve futuro. Pensò che forse non era insostenibile quel peso e che poteva avere un senso, nonostante tutto. Lui, stanco per la danza, sentiva crescere dentro un nuovo, piacevole bagaglio di ricordi. Lei disse: “Non ho più paura del vuoto adesso, voglio festeggiare”. Lui disse: “Allora comincia a correre”.

Erano diventati una cosa sola, adesso. Senza confini e senza limiti. Non ci sarebbero stati disequilibri, o cadute irrimediabili. Tutto quello che era già stato, insieme a tutto quello che sarebbe accaduto. E il senso di completezza, di giustizia, di esattezza. 
“Dobbiamo fare gli Auguri, adesso”, disse Lei. 
“Inizio io”, disse l’Inizio, “Auguri... auguri come? E quanti?”. 
La Fine ci pensò, ed alla fine disse, senza più dubbi: “Senza Fine”.

sabato 28 dicembre 2013

Di ventotto ce n'è uno

E si dà il caso che sia il mio.
Compleanno intendo.
Ne compio ventotto di ventotto.

Mi è sempre piaciuto il giorno in cui sono nata: tre giorni dopo natale, tre giorni prima di capodanno, così non rompo le scatole a nessuno.
Una specie di effervescente brioschi post-triade 24-25-26 e prima delle lenticchie col cotechino.
Una quaterna a tombola.
Il secondo premio del mercante in fiera.
Il panettone senza canditi, o il pandoro ripieno di crema al caffè.
E anche lo spuntino verso le dieci di sera con gli avanzi del cenone del giorno prima, la sveglia tardi senza rimpianti, le carte dei regali raccolte tutte in una busta e portate al cassonetto.

Tutto ciò che non è comandato, ma che è parte della festa.
Nei miei natali, il mio compleanno è sempre stato esattamente questo: un dettaglio fra due mostri festaioli collettivi, che è mio soltanto, ed è irrinunciabile.

Per la prima volta, in ventotto anni, passo il mio compleanno lontano da casa: ho risposto alle telefonate di auguri appollaiata sulla ringhiera del traghetto verso Messina e mi sono goduta (fra un sonnellino e l'altro) il cambio di paesaggio, dalla Calabria alla Sicilia.
E tutto sommato, non mi dispiace: il movimento e il cambiamento saranno la cifra portante di questo mio anno da ventottenne, quindi perché non cominciare subito?

Per cui io brindo alla mia, e a tutti quelli che mi hanno dedicato un sorriso, un abbraccio, una parola, un minuto, e che mi accompagnano ogni giorno con un sorso di più ;)

giovedì 19 dicembre 2013

Cento, cento

Valigia pronta, carta d'imbarco stampata, casa pulita, acqua e gas chiusi.
Io partirei.

Prima o poi, lo giuro, ricomincerò a leggere i miei amati blog amici, confido nello spirito del natale presente.

Per intanto, visto che questo è il mio centesimo post, vi dedico un sempreverde



Lacrimucce in ogni dove... :°))


domenica 15 dicembre 2013

Intanto, al secondo piano...

Metto un attimo in standby il mood natalizio (e se uso altri anglicismi abbattetemi).

So che sentivate la mancanza delle allegre peripezie del mio condominio, quindi vi accontento subito con una delicatissima perla rintracciata al secondo piano.



Prego, apprezzate la cifra artistica dell'installazione e la creatività grammaticale del testo.
E continuate a darmi incoraggianti pacche sulle spalle...

[per le puntate precedenti, qui e anche qui]

lunedì 9 dicembre 2013

Il presepe laico

Erano anni che progettavamo di farlo.
Alla fine, ci siamo decisi ieri, un'ora prima dell'arrivo degli undici ospiti per la cena di natale a pranzo (di cui ancora per molto tempo smaltirò gli avanzi).
Ovviamente, si è rotta la stampante con un tempismo ottimale, vanificando la pur lunga e accurata ricerca delle immagini giuste.
Ovviamente, non mi sono data per vinta.

Avevo già comprato la carta con le stelline.

Quindi, è bastato un A4 diviso in microrettangolini tagliuzzati senza l'ausilio di alcun oggetto munito di lama (nemmeno quelle dalla punta arrotondata di alberazzurresca memoria), un pennarello che è spirato fra le mie dita subito dopo aver portato a termine il suo onorevole compito, scotch di carta, l'aiuto di un ospite arrivato in anticipo consenziente al 75% (cit.) e la pazienza di un monaco benedettino amanuense del dodicesimo secolo.

Adesso, possiamo dire finalmente di avere un bellissimo Presepe Laico (in 2D).

Lo so che sembra blasfemo oltre ogni dire.
Lo so che magari ad alcuni potrà dar fastidio (ma sotto sotto spero di no).
E' che per me il natale è tutto tranne che una festa religiosa, ma nello stesso tempo è il periodo durante il quale più che in qualsiasi altro mi ricongiungo con ciò a cui tengo davvero e trovo il tempo per ripulire le radici, familiari, intellettuali, emotive, mnemoniche, ironiche.
Per farle presenti a me stessa, che male non fa, e per condividerle, se ci riesco, con le persone a cui tengo davvero.

Per questo, lo scrivo anche qui, e mi direte.

Abbiamo deciso di far posto a tutti i personaggi, reali o immaginari, che in un modo o nell'altro ci hanno dato una direzione, verso qualcosa di importante e di duraturo.
Costoro, preziosissimi, sono:

Edmond Dantès
Darth Fener
Italo Calvino
Foto malfatta
Josè Saramago
Kronk
Franco Battiato
Lewis Carroll
Saga e Kanon di Gemini
Lella Costa
Luigi Pirandello
Roger Rabbit
Giacomo Leopardi
Sheldon Cooper
Don Chisciotte
Jessica Fletcher
Isaac Newton
Cyrano de Bergerac
Luna Lovegood
Margherita Gautier
Alessandro Bergonzoni
Douglas Adams
The Madness

E voi chi ci mettereste?

venerdì 6 dicembre 2013

mercoledì 4 dicembre 2013