lunedì 11 maggio 2015

Di intermittenze e di morte

E' lunedì. Questo già basterebbe.

E' lunedì e ho i capelli lisci. Li ho tagliati sabato, la parrucchiera ottimista mi ha fatto i boccoli con il ferro, son durati due ore a essere buoni, ora c'ho il caschetto. Ma stasera li lavo, eh.

E' lunedì, ho i capelli lisci e fra due ore rinnovo la patente scaduta sette mesi fa. Questo dovrebbe significare che ho l'intenzione di ritornare a guidare, o almeno, di ritornare a prendere confidenza con le 4 ruote, cosa che non faccio da almeno un paio d'anni. Bella l'ecosostenibilità, belli i mezzi pubblici che funzionano.

E' lunedì, ho i capelli lisci, fra due ore rinnovo la patente e alla posta è arrivato il seggiolino da pendolare comprato una settimana fa, quello che tieni in borsa e all'occorrenza sfoggi sul treno saturo e contrario a qualsivoglia norma di sicurezza, lo apri e ti siedi, magari pure nel vagone dove c'è l'aria condizionata. Expo dimmerda, ormai non si trova posto manco a pregare in turco-aramaico.

E' lunedì, ho i capelli lisci, fra due ore rinnovo la patente, alla posta è arrivato il seggiolino da pendolare e ho appena finito il libro di Saramago intitolato "Le intermittenze della morte". Manco a dirlo, capolavoro. Saramago non delude mai e ho pure quel certo senso di colpa per il fatto che ancora questo suo non l'avevo letto, nonostante sia di un po' di anni fa, nonostante lui sia morto già da cinque anni, dannazione.
Parlare della morte non è una cosa facile. Quando poi decidi di farne il personaggio, la protagonista di una narrazione, la difficoltà si amplifica, perché prova a mettertici, nei panni della morte. Se proprio vuoi fare un salto mortale, allora non solo parli della morte, non solo la fai agire come un personaggio, ma decidi che le sue azioni scardinano il consueto ciclo naturale cui noi umani siamo abituati, e cioè che - guarda un po' - a un certo punto si muore, ne abbiamo naturalmente paura, ne abbiamo naturalmente cognizione, fin da quando nasciamo, o poco più tardi; decidi, insomma, che la morte d'un tratto dica Basta, domani non muore più nessuno, e provi a immaginare la catena di eventi, di reazioni a cascata che una tale, devastante modifica al normale quotidiano riesce ad innescare. La crisi sociale ed economica di ospedali e case di riposo intasate, le rimostranze dei becchini disoccupati e degli assicuratori preoccupati, l'imbarazzo della Chiesa, il sempre più malcelato ribrezzo dei vivi nei confronti dei moribondi destinati al limbo, dei vecchi sempre più vecchi, dei malati terminali senza termine.
Devi essere un genio della letteratura per riuscire a incanalare con efficacia questo flusso di umanità e di meschinità in parole scritte, convincenti ed esatte. Devi essere uno dei pochi nell'olimpo degli scrittori per intravederne la gigantesca ironia e non cedere al cinismo, rimanere leggero, mentre la ri-racconti.
Saramago ci riesce, non c'è nulla da dire. E' per questo che con lui vado sempre a scatola chiusa, certa che la lettura di un suo libro non sarà mai solo intrattenimento, ma ricchezza intima e nitidezza maggiore nel vedere il mondo, una sfumatura, un dettaglio in più.
Circa un mese fa, ho finito di leggere un manga piuttosto famoso che si intitola "Death note". Di nuovo la morte, stavolta nei panni di un dio annoiato che, per diletto, lascia cadere nel mondo degli umani il suo quaderno, quello su cui scrive i nomi delle persone che decide di far morire. Il quaderno lo raccoglie un ragazzino, Light, annoiato pure lui, e con esso raccoglie anche la capacità di far morire i suoi simili con un tratto di penna.
L'ho detto: è difficile raccontare la morte. Mi dispiace, ma Death Note ci riesce solo a metà, perché l'idea è bella, è stimolante, ma non c'è nulla di quella saramaghesca capacità di interpretazione delle reazioni che gli esseri umani hanno di fronte alla fine della vita. Qualcosa che guarda agli istinti più ancestrali e alle convinzioni più nascoste riguardo se stessi e gli altri, riguardo il concetto di giustizia e di legame fra i simili.

E' lunedì, ho i capelli lisci, fra due ore rinnovo la patente, alla posta è arrivato il seggiolino da pendolare, ho appena finito il libro di Saramago intitolato "Le intermittenze della morte" e mi convinco che bisogna parlare di ciò che si sa, e sono contenta quando imparo qualcosa di nuovo, sono contenta quando consiglio un libro, quando discuto di un manga che non mi è piaciuto con un gruppo di amici, quando scrivo, ritagliando lo spazio e il silenzio necessari, nonostante i picchi negativi, e le altre priorità, e le ansie quotidiane.
Nonostante tutte le mie terrorizzanti intermittenze.


8 commenti:

  1. Un tempo ci era molto più facile parlare della morte. Il libro me lo segno, Death Note no: ormai lo so a memoria :D

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  2. Il discorso sulla morte è bello impegnativo, credo pure soggettivo, perciò "opto" per commentare le cose più concrete: per i capeli beh, voi donne potete sperimentare molto, in un certo senso è una bella cosa che potete fare e se poi non siete convinte non succede nulla, noi molto meno ^^ Io ormai vado solo di capelli corti all the life, una volta ogni mese/tre settimane, fantasia zero :D I capelli lunghettii li ho avuti in passato, basta ^^ Per la patente secondo me non devi perdere l'abitudine, anche se pure io, se i mezzi funzionano e i collegamenti sono buoni, preferirei usare i mezzi. Però ecco, magari una domenica mattina che non gira nessuno, prendi e fai un giretto... no? ;) Il seggiolino da pendolare mi intriga sai? ^^ vorrei saperne di più, anche se credo di aver capito :)

    Un abbraccio :)

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    1. Sì infatti l'idea è di cominciare a provare l'auto quando Torino dorme...
      Nel frattempo sono tornata boccolosa! :D

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  3. Il seggiolino da pendolare? Non sapevo neanche che esistesse O_O Death Note l'ho visto in formato anime e non mi è dispiaciuto, però è vero, è un anime che poco ha a che fare con la realtà, reazioni delle persone e tutto.

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    1. Il seggiolino è la svolta assoluta!! :D Death note l'ho letto in formato manga e parallelamente ho visto l'anime in compagnia di un gruppo di amici, commentandolo puntata dopo puntata: in effetti l'anime è molto molto fedele al manga, anche se devo dire che la versione scritta ammorbidisce un po' i molti difetti che io ho rintracciato nella storia.. ;)

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  4. Saramago non delude e, anzi, ha la capacità di sorprenderti sempre.. a margine: uno scooterino? Certo addio capelli lisci.. ;)

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    1. Una certezza, è vero! Lo scooterino a Torino, a differenza che a Roma, non è il massimo... meglio la smart del carsharing!! :D

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